Segnatura

MMB 355.

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Gentilissimo Sig.r Conte

Li Francesi dicono che tutto è buono per qualche cosa. Io lo provo, nel non avere potuto risolvermi di andare a Firenze ad incontrarla per il mio male di gola, che quantunque ora pochissimo, mi è però sempre costante. Ma se mi fussi lasciato lunsingare dalla prepotente volontà di vederlo, averei fatto il viaggio inutilmente, poiché con sommo mio stupore sento che Lei sia di nuovo ritornato a Roma quando da un’ora all’altra mi aspettavo un suo avviso che Ella fusse alla Crocetta. Anzi già da qualche tempo trovai il Sig. Conte Otavio, che mi disse che li suoi ordini erano di scrivere a Genova, e ieri ebbi l’onore di pranzare in casa del Sig. Conte Podestà, ove seppi la grande notizia della cambiata sua disposizione. Quindi ancora Le dirizzo questa mia a Roma assicuratomi da quei Sig.i essere Ella colà. Le scrivo però solamente per dirle che non passa un momento che di Lei non mi ricordi, e che ardentemente la desidero in Bergamo, ma nulla sò dirle intorno al noto affare, poiché più non vidi il Sig. Don Cesare, ne in parecchie ore che ebbi il bene di essere col Sig. Conte Podestà me ne fece cenno di cosa alcuna, mottivo per cui, credetti bene io pure di tacere, persuaso che il su mentovato Sig.e Conte Lo terà informato del tutto, e d’altronde non averei voluto che il Sig.e Conte mi avesse creduto interessato di pura curiosità. Del chè in qualunque cosa, che il Celo mi guardi.
Il Sig.e Don Aurelio deve essere a Milano per vedere l’esposizione. Il Sig.e Arigoni di rado lo vedo perché sua moglie lo proibì di venire in casa mia essendo molto gelosa della tenera sua mettà. ||
Averà già sentita la morte del Sig. Conte Oldofredi Padre.
Don Aurelio a ricevuto il suo quadro aquistato per mezzo suo dal Finetti e ne è sommamente contento. Almeno così mi diceva il […] Giorgio.
Non posso tacerle che qui in Bergamo siamo regalati di un discreto Vajolo che mi fa stare per le spine.
Parliamo di qualche cosa di allegro! Seriamente quando torna? Quand’è che potrò avere il bene di vederla qui un po’ tranquillo, se sarà possibile.
Pensa o non pensa ancora al teatro? Sembra sia questa una cosa desiderata da tutti, ma se non viene presto, la cosa anderà io temo in fumo, poiché molti faranno li lavori da farsi.
Il giorno di S. Guglielmo si avicina lo celebreremo io spero alla Crocetta, ma per fare questo bisogna che il Sig. Conte Guglielmo Lochis venghi a casa sua, in caso diverso non restarà che il desiderio.
La Amalia la riverisce distintamente.
Pensi qualche volta a chi la desidera di tutto cuore e si dice con vero trasporto suo

Aff.mo ed Oseq.mo Servo
Brison

Bergamo li. 21 Mag. 29 [32]

Note archivistiche

Bifolio vergato su cc. 1r-1v; indirizzi e timbri su c. 2r.
Indirizzo: «All’Illustrissimo Signore | Il Sig.r Conte Cavaliere Guglielmo | Lochis | Roma Firenze»
Timbri: «bergamo | 22 mag.»; «roma | 23 | maggio | 1832» ; «8 giugno 1832»