Segnatura
MMB 357.
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Signor Conte Gulielmo
Rispettabilissimo
Ho ricevuto la pregiata sua 24 corrente dalla quale ho rilevato l’intenzione ch’Ella ha di voler acquistare i tre dipinti, del Sarto, Mazzolino, e da Ferrara, prima adunque ch’Ella si decidi formalmente all’acquisto mi corre obbligo di notificarle quanto segue avendo tempo sufficiente per l’acquisto definitivo mentre coi libri e stampe si tirerà al lungo forse la settimana ed anche metà della seguente poi gl’autografi e bronzi tutto compreso ch’oltrepassano i 7500 numeri.
D’una terza parte della libreria sin’oggi furono ricavate austriache £ 1800 ciò sia per provarle che il tutto procede con lentezza; riferindomi adunque in argomento dei tre quadri, d’Andrea le dirò che è originale anche troppo conservato; ha un piccolo difettuccio nella postura della man sinistra il fondo è crepolato e siccome l’antica tavoletta era sottile lo si rinforzò con altra per maggior conservazione; lo acquistava il defunto dal professore Natale Schiavoni che or son 10 anni che lo ebbe in Padova da casa Capodilista unitamente ad altri ritratti; il detto professore ora lo desidererebbe di nuovo | ed ha già intavolato pratiche con uno dei procuratori allegando d’averlo ceduto al trapassato in quel tempo a tenue prezzo di compiacenza più per coltivarsi un protettore e cultore delle arti (non occorre che le dica che tali termini partono da vecchia volpe soprafina schiavonesca) e che soggiunse anche d’aggiungere qualche Napoleone di più della stima più per possedere cosa oltremodo di grata ricordanza.
Del Lodovico Mazzolino le lodi sono superflue perché è una vera gemma la pasta del colorito, e così robusta nella sua integrità e piccola dimensione e di una trasparenza e vigoria tale che difficilmente si riscontra in Tiziano o Giorgione e posso assicurarla come quadro di gabinetto il prezzo sarebbe al minimo di 1000 Franchi ed è il più bello fra 7 che ne ho veduti di tal autore. Il Conte Pietro Selvatico ne sembra invaghito all’ultimo segno!… Dello Stefano poi le osservo che le teste abiti (verificare originale) e fondo d’architettura sono conservati e che l’aria in dettaglio ha sofferto; sarà stile dell’epoca \del pittore/ poi, che le mani e piedi siano duri e mal segnati avvertendo le figure dell’altezza di 20 centimetri; il carattere è misto mantegnesco e squarcionesco ed al piedistallo d’una colonna si osserva un antico stemma di famiglia cioè gigli e stelle d’oro in campo chermisino nel modo seguente [è inserito nel testo un disegno-riprodurre, 3 gigli e 6 stelle], forse quello della famiglia a cui apparteneva in origine e che dall’istituto araldico di Milano e Lodi si potrebbe facilmente saperne il casato; il Selvatico a cui sta a cuore questo genere d’antiche pitture lo attribuisce a Vittor Pisa |nello allegando d’averne veduti sugli stessi modi e difetti in Perugia; jo le aggiungerò poi senza confutare le opinioni del dotto scrittore che in Ferrara in casa dei Marchesi Constabili ove esisteva unitamente al Mazzolino e dove fu acquistato dal defunto, per Stefano ferrarese è stato da tutti ritenuto e tale lo conferma la mossa del giovane figura che anzi direbbesi del Mantegna.
Ecco adunque a sua norma il tutto dettagliato per ogni e qualunque ragione di giusta lealtà ed Ella può ben esser certo di quanto sarà mia premura onde effettuare le di Lei brame in proposito per cui trovo superfluo altro dire. Sentirò e rileverò del Vittore del nome ed anno che vi interessa assai, sperando nella prossima di farle nota una scoperta (di cui nel presente secolo non è da maravigliarsi) dico scoperta d’un famoso ritratto del Morone, e ritenevo che quello frizzoniano non fosse per aver emuli ora Ella stupirà che le aggiunga che ha trovato un maestro!… Non mi dilungo di più perché la posta non ammette ritardi ritenendola frattanto d’averla fatto avvertito a sufficienza.
Con la prossima mia le darò più estesi particolari con quelli d’un classico ritratto del Moretto!… Cosa dirà il Signor Arrigoni di tante belle cose, eppure sono fatti incontrastabili. Le bacio in attesa di sue notizie riverentemente le mani dichiarandomi
di Lei affezionatissimo
Federico Della Rovere
26 aprile 1847 Venezia
Note archivistiche
Bifolio vergato su cc. 1r-1v, 2r, indirizzo, frammenti di sigillo, timbri e annotazione su c. 2v.
Indirizzo: «Illustrissimo Signore | Conte Gulielmo Lochis de Sannazaro | Podestà della regia Città di ed | a Bergamo».
Timbri: «C.r»; «VENEZIA | 27 APR.E»; «BERGAMO | 29 APR.».